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Attività deputati L'Abbate, D'Ambrosio e De Lorenzis
giovedì 9 ottobre 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate
342.8632827


 

XYLELLA: LA CAMERA APPROVA GLI IMPEGNI AL GOVERNO DI L’ABBATE PER CONTRASTARE IL DISSECCAMENTO RAPIDO DELL’OLIVO IN SALENTO 
Giunge dopo le pressioni dei 5 Stelle, dell’emanazione del decreto e ad un anno dalla presentazione dell’atto del deputato L’Abbate (M5S) il voto unanime della Commissione Agricoltura alla Camera 
Dopo quasi un anno dalla presentazione, datata 31 ottobre 2013, la Commissione Agricoltura approva finalmente all’unanimità la risoluzione, a prima firma del deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), sul disseccamento rapido dell’olivo che ha drammaticamente colpito le terre salentine. Un’approvazione tardiva non solo se confrontata a quando il parlamentare 5 Stelle sollevò il cosiddetto affaire Xylella alla Camera ma anche in relazione al decreto ministeriale, approvato la scorsa settimana dal Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina per correre ai ripari, dinanzi ad una stagione olivicola che si annuncia devastante per i coltivatori del Salento. Assieme alla risoluzione M5S, sui cui lavori lo stesso L’Abbate aveva richiamato la Commissione ad inizio agosto, sono state approvate le disposizioni dell’onorevole Mongiello (PD) e del collega del gruppo misto Zaccagnini. Unico punto di divergenza, nei diversi impegni indicati al Ministro Martina, quello relativo al commissario straordinario: i 5 Stelle hanno optato per l’astensione solamente grazie alla modifica del Governo che ha inserito “a valutare l’opportunità di incaricare un commissario”.
Siamo, infatti, contrari alla nomina di un commissario ad hoc vista l’esperienza italiana ma soprattutto dato che c’è già un comitato tecnico responsabile, composto da esperti e professori in grado di vagliare ogni possibile soluzione per superare il problema del disseccamento rapido dell’olivo. Il Governo sembra esser ritornato sui suoi passi all’idea di creare una ulteriore poltrona – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), primo firmatario della risoluzione – Con l’inserimento, da parte dei colleghi del Partito Democratico, del titolo gratuito di questo commissariamento, abbiamo optato per l’astensione”.
La risoluzione M5S impegna il Governo a predisporre tutte le misure necessarie per risolvere il complesso del disseccamento rapido dell’olivo, coinvolgendo attivamente le istituzioni e gli enti di ricerca, a conferire gli stanziamenti previsti dalla Legge di Stabilità 2014 per questa emergenza, a valutare l’opportunità di rendere pubblici, su un portale dedicato, i dati finora raccolti sulla diffusione e sulla gravità del cosiddetto affaire Xylella, così da evitare clamore ingiustificato ed allarmismi. Inoltre, la risoluzione L’Abbate prevede di valutare l’opportunità di acquisire i risultati relativi al monitoraggio della xylella fastidiosa, commissionato dalla Regione Puglia all’Università di Foggia su circa 2.000 campioni di olivi prelevati dalle zone olivicole di Bari e della Capitanata, per dimostrare l’eventuale espansione della malattia, di rendere noti, qualora possibile, i risultati relativi al soddisfacimento dei postulati di Koch e, pertanto, alla patogenicità del ceppo di xylella sull’olivo, come espressamente richiesto dai protocolli europei EPPO nonché di allargare il campo di indagine della malattia, considerando anche l’eventuale correlazione con l’utilizzo massiccio di diserbanti, tra cui glifosate e glufusinate, che nell’area salentina vengono distribuiti in massicce quantità negli oliveti, con più trattamenti nell’arco dell’anno solare. Infine, le politiche di controllo alle frontiere, gli interventi di profilassi ma soprattutto le azioni e le misure preventive e di sostegno per gli agricoltori e le aziende olivicole pugliesi interessate, facendo fronte ai danni al tessuto economico regionale.
Una votazione unanime della Commissione Agricoltura della Camera che, seppur tardiva, essendo giunta dopo l’emanazione del decreto Martina – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – almeno ci consente di addrizzare il tiro su diversi fattori che, purtroppo, risultano mancare nelle disposizioni elaborate dal Ministero dell’Agricoltura. Spiace constatare la lentezza e la poca concretezza, invece, della Regione Puglia che, in un anno, ha concluso poco o nulla per risollevare le sorti degli agricoltori salentini”. 
 


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CASO AZZOLINI: PER IL M5S SI TRATTA DI UNA VICENDA UMILIANTE CHE VEDE LA CASTA PROTEGGERE SE STESSA
Il voto contrario di PD, Forza Italia, NCD e Lega Nord archivia la richiesta dei giudici di Trani sull’utilizzo delle intercettazioni per il senatore pugliese
Un nuovo caso al Senato riporta alla ribalta l’argomento dell’utilizzo delle intercettazioni. E questa volta coinvolge anche la Puglia, visto che al centro del dibattito c’è il caso del senatore molfettese Antonio Azzollini (NCD), presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. “Il senatore Azzollini è indagato per truffa allo Stato, associazione a delinquere, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali – dichiara il deputato pugliese Giuseppe D’Ambrosio (M5S) – Tutti i partiti, dal PD a Forza Italia, passando per Lega e NCD, hanno detto no all’uso da parte della magistratura delle intercettazioni a suo carico per proseguire e sviluppare indagini. Solo il Movimento 5 Stelle, SEL e il relatore del provvedimento, il senatore Felice Casson (PD) hanno espresso parere favorevole”.
Azzolini è accusato di aver avallato, quando era sindaco di Molfetta, il progetto del porto commerciale della città, nonostante le acque fossero impraticabili per la presenza sui fondali di migliaia di bombe residuate della seconda guerra mondiale. Il Comune di Molfetta, pur sapendo dal 2005 (circa due anni prima dell’affidamento dell’appalto) che i fondali interessati dai lavori erano impraticabili per la presenza degli ordigni bellici, avrebbe attestato falsamente che l’area sottomarina era accessibile. In questo modo si sarebbe consentita illegittimamente la sopravvivenza dell’appalto e l’arrivo di nuovi fondi pubblici. Secondo la Procura di Trani, avrebbe veicolato a favore del Comune somme ingenti di soldi pubblici: oltre 147 milioni di euro, 82 milioni dei quali ottenuti dall’ente comunale a fronte della realizzazione del nuovo porto, il cui costo iniziale era previsto in 72 milioni di euro. I fondi del porto (mai realizzato) sarebbero serviti per coprire buchi di bilancio del Comune e perfino le spese correnti, facendo così sembrare i conti in ordine. 
L’opera (appaltata nell’aprile del 2007, con consegna lavori nel marzo 2008) non è stata finora realizzata e non vi è neppure la possibilità che i lavori possano concludersi nei termini previsti dal contratto di appalto. L’esponente del partito di Alfano, insieme ad altri sessanta tra amministratori e imprenditori, è indagato per una maxi-truffa allo Stato da 150 milioni di euro e l’area destinata al nuovo porto commerciale di Molfetta è stata sottoposta a sequestro. “Già un anno fa abbiamo chiesto le sue dimissioni da presidente della Commissione Bilancio e da senatore. Ma lui è rimasto lì, difeso da tutti, compreso il Partito Democratico – conclude il deputato D’Ambrosio (M5S) –Perché? Cosa c’è di così scomodo in quelle intercettazioni che tutti i partiti, dal Pd a Forza Italia passando per la Lega, non vogliono siano utilizzate?”.
 





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TORRE GUACETO: SULLO SCARICO IN MARE, IL M5S ACCUSA AQP E REGIONE DI COMPIERE “INCREDIBILI GIRAVOLTE” SUI TAVOLI MINISTERIALI
In seguito allo scarico dei reflui nell’area protetta, il deputato leccese De Lorenzis (M5S) presenta una interrogazione al Ministro dell’Ambiente e dell’Interno per far luce sulla situazione, sulle autorizzazioni, i possibili danni e per comprendere le eventuali responsabilità
Nello splendido scenario della riserva marina e terrestre di Torre Guaceto (Brindisi) sono presenti diversi habitat protetti, ma ultimamente l’attivazione di un depuratore con scarico nel Canale Reale potrebbe metterli a rischio, a cominciare dalla zona maggiormente protetta. A destare estremo sconcerto l’atteggiamento della Regione Puglia: prima, dinanzi al Magistrato delle Acque, afferma di non voler procedere con lo scarico e poi, invece, procede con la delibera che permette all’Acquedotto Pugliese di iniziare le operazioni per l’esercizio dei collettori fognari e, quindi, del successivo scarico, in netto contrasto con quanto espresso dal Consorzio di Gestione del Parco.
La bellissima regione Puglia deve puntare sul turismo – dichiara il deputato Diego De Lorenzis (M5S) – e per far ciò deve aumentare l’attrattività delle località valorizzando e proteggendo il paesaggio e gli habitat, a cominciare dalle riserve protette. Peccato che l’amministrazione guidata da Vendola la pensi diversamente e, in contrasto con quanto previsto dall’art.9 della Costituzione cioè la tutela del paesaggio, si permette di autorizzare uno scarico di un depuratore in piena riserva naturale dello Stato, quella di Torre Guaceto”.
Il deputato pugliese 5 Stelle si riferisce all’Atto Dirigenziale del Servizio Risorse Idriche della Regione Puglia n. 136 del 02.09.2014 che ha rilasciato all’AQP S.p.A. l’autorizzazione all’esercizio dello scarico provvisorio nel “Canale Reale” delle acque reflue depurate effluenti dal nuovo impianto consortile di trattamento a servizio dell’agglomerato di Carovigno. Nonché alla successiva nota del 19.09.2014 con cui l’AQP S.p.A. ha comunicato che a decorre dal 22.09.2014 avranno inizio le operazioni di avvio all’esercizio dei collettori fognari, quindi, del successivo scarico.
La riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto è protetta per Legge e decretata area marina protetta e riserva naturale terrestre da provvedimenti ministeriali e interministeriali – continua De Lorenzis (M5S) – Forse Vendola non lo sapeva e pensava che Torre Guaceto fosse una località da bistrattare, al pari di tutte quelle località pugliesi bistrattate, dove Vendola sta concedendo gli scarichi a mare senza riflettere sulla possibilità di recuperare i reflui per utilizzi irrigui”.
Inoltre, i due provvedimenti sono in netto contrasto con quanto la Regione Puglia e l’AQP avevano formalmente dichiarato nel verbale di udienza presso il Tribunale delle Acque Pubbliche, in seguito al ricorso presentato dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto. Ad un primo provvedimento analogo, infatti, si apprende dal comunicato del consorzio di Gestione  che di fronte al Tribunale, entrambe si erano impegnate ad astenersi dal dare esecuzione al provvedimento impugnato. Per tale motivo, di fronte a questo impegno, il giudizio del Tribunale era stato sospeso.
Acquedotto Pugliese S.p.A. e la Regione Puglia hanno violato quanto stabilito dal decreto ministeriale del 4 dicembre 1991 e quanto stabilito dalle norme europee e nazionali in merito alla tutela ambientale, mettendo a rischio l’habitat naturale protetto e la qualità delle acque e di conseguenza un possibile danno per l’attività della pesca e del turismo – conclude De Lorenzis (M5S) – Inoltre, il Presidente Vendola e Acquedotto Pugliese devono spiegare perché hanno dichiarato, dinanzi al Magistrato delle Acque, di non voler procedere con gli scarichi e di seguito, invece, hanno proceduto ugualmente a tale infelice scelta. Se questo è il frutto di politiche della cosiddetta ‘Puglia Migliore’ di Vendola, il M5S vuole invece una Puglia diversa, una Regione che tuteli il paesaggio, protegga il territorio e il mare, che costituiscono senza dubbio i nostri più inestimabili tesori”.
 
 






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