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Comunicazione attività deputati e senatori pugliesi e lucani M5S
martedì 21 ottobre 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate



Sblocca Italia: AqP è sempre una SpA.docx

SBLOCCA ITALIA: ACQUEDOTTO PUGLIESE È SEMPRE UNA SPA, AQP NON È UN SOGGETTO GIURIDICO DI DIRITTO PUBBLICO

 

Il parlamentari M5S di Puglia e Basilicata denunciano: Acquedotto Pugliese S.p.A. rimane sempre una  società di diritto privato con la finalità di dividere utili. Referendum disatteso

 

La proposta emendativa 7.32 presentata in VIII Commissione in sede referente a firma di Massa, abroga una vecchia disposizione, mai realizzata, che avrebbe costretto, dodici anni fa, la Regione Puglia e Basilicata a mettere sul mercato le quote di Acquedotto Pugliese, completando nel corso del 2002 la privatizzazione iniziata nel 1999 su decisione del Governo di centrosinistra. Quest’ultimo trasformò l’Acquedotto Pugliese da Ente Autonomo, soggetto giuridico di diritto Pubblico, a Società per Azioni, soggetto giuridico di diritto privato. Con l’approvazione dell’emendamento viene abrogata la vecchia disposizione mai attuata, ma Acquedotto Pugliese continua ad essere una S.p.A. che ha come obbiettivo principale la divisione degli utili a fine anno e non il miglior servizio possibile al minor costo possibile. Per il M5S in Puglia, l’acqua continua a non essere pubblica.

 

“Cogliamo favorevolmente l’emendamento - dichiarano i parlamentari pugliesi Diego De Lorenzis, Giuseppe L’Abbate, Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia, Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi, Daniela Donno, Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi, Lello Ciampolillo ed i colleghi lucani Vito Petrocelli e Mirella Liuzzi – ma il Partito Democratico non pensi di prendere in giro i cittadini: la ripubblicizzazione è una cosa differente. Togliere un obbligo nei fatti mai attuato, di vendere le quote è cosa ben diversa da ripubblicizzare l’Acquedotto Puglieseâ€.

 

L’Acquedotto continua, infatti, ad essere una SpA a causa delle decisioni del Governo di centrosinistra che nel 1999 decretò con il D.lgs del 11 maggio, n. 141, di porre l’acquedotto pugliese sotto logiche di una azienda privata e cioè legate alla divisione degli utili a fine anno, perdendo quindi l’obbiettivo principale di fornire il miglior servizio possibile al minor costo possibile.

 

“Dopo la trasformazione in SpA - continuano i deputati e senatori pugliesi e lucani del M5S - sono incominciati i guai per i cittadini pugliesi che, anche se in condizioni economiche svantaggiate, hanno subito per anni tagli indiscriminati di acqua. Magari perché qualcuno con il contatore in comune al punto di consegna all’interno dello stesso stabile, non aveva la possibilità di pagare le bollette. La stessa acqua sulla quale veniva caricata anche la “remunerazione del capitaleâ€, il profitto del gestore, abrogato dal referendum del 2011 ma che Vendola ha continuato a difendere anche dopo l’esito referendario, nonostante i lauti guadagni di Acquedotto Pugliese sulle tasche dei cittadini. Profitti che, di fatto, non hanno impedito alla Puglia di avere un servizio discontinuo, che non è stato capace di risolvere i problemi legati alla distribuzione e alla depurazione e che oggi continua ad essere oggetto di infrazione comunitaria. È vergognoso fare profitto sull’acqua, è vergognoso porre l’acqua, diritto umano universale che garantisce la vita, sotto le logiche del mercato e dei privati e, quindi, sotto la logica di una Società per Azioni. Il centrosinistra nel corso degli anni ha privatizzato buona parte dei servizi idrici in Italia, trasformando le aziende pubbliche in S.p.A. e, talvolta, affidando a privati la gestione. Inoltre - aggiungono i deputati e senatori pugliesi e lucani 5 Stelle - approvare questo emendamento non rende meno scandaloso il Decreto Sblocca Italia che calpesta la Costituzione, l'ambiente e la volontà popolare e se il centrosinistra in regione non vuole rendersi complice di questo decreto (il peggior provvedimento del Governo Renzi), la Regione Puglia impugni la norma di fronte alla Corte Costituzionale. Acquedotto Pugliese - concludono i deputati e senatori pugliesi e lucani del M5S - rimane dunque un soggetto giuridico di diritto privato, una SpA, e quindi la Regione potrà continuare a decidere su nomina politica i vertici dirigenziali e ad assumere senza l’obbligo di un concorso pubblico chi lavorerà nel più grande Acquedotto d’Europaâ€.



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TTIP: IL M5S CHIEDE DI RIVEDERE I TERMINI DELL’ACCORDO PER TUTELARE LA NOSTRA TRADIZIONE AGROALIMENTARE

Il Transatlantic Trade and Investment Partnership, l’accordo di libero scambio commerciale tra USA e UE, potrebbe compromettere la qualità del nostro agroalimentare. Per il deputato pugliese L’Abbate (M5S), componente della Comagri della Camera, il premier Renzi dovrebbe pensarci bene prima di parlare di “scelta culturaleâ€Â 

Gli appelli dei Cinque Stelle sono rimasti sinora inascoltati. Anzi, la volontà del Governo pare quella di accelerare, durante il semestre di Presidenza europea, sugli accordi commerciali tra Stati Uniti d’America ed UE. Per il premier Matteo Renzi si tratta di un passaggio strategico per l’Europa e per l’Italia. “Noi continuiamo ad esprimere con forza la nostra contrarietà a questo progetto – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura alla Camera – Siamo soddisfatti per la calendarizzazione della nostra mozione che impegna il Governo a rivedere i termini dell’accordo, a tutelare il settore agroalimentare, quello più colpito, e ad estromettere dall’accordo beni primari come la gestione dell’acqua pubblicaâ€.

Nella prima giornata di discussione generale nell’Aula di Montecitorio, i deputati M5S hanno ribadito la propria contrarietà al Trattato TTIP, ritenuto più dannoso che proficuo, ma soprattutto hanno nuovamente invitato il Governo alla trasparenza. L’obiettivo è quello di rendere edotto il Parlamento – e quindi il Paese – delle diverse fasi dell’iter dell’accordo per evitare che, a giochi fatti, il TTIP si abbatta con tutto il suo peso sui cittadini, senza alcun margine di intervento. Un pericolo che però non sembra essere percepito minimamente dal Governo che, anzi, guarda al Transatlantic Trade and Investment Partnership come una scelta strategica non solo di libero scambio, ma anche “culturaleâ€. “Senza capire che questo, specie in un ambito come l’agroalimentare, possa rappresentare un elemento di rischio della perdita della tradizione e della qualità, considerando la differenza nei controlli e nella normativa europea e statunitense. Ci auguriamo – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – che i nostri impegni verranno accolti positivamente al più presto così da costringere il Governo ad informare le Camere, e quindi i cittadini, circa i termini e le criticità di questo accordoâ€.




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