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9 novembre
Mobilitazione generale

martedì 28 ottobre 2014

da jonici5stelle@gmail.com




"Contro il decreto sblocca Italia, in fase di conversione in Parlamento, per opporci alle trivellazioni nell’ Adriatico e al progetto Tempa Rossa, avrà luogo una grande mobilitazione in dieci regioni italiane, il 9 novembre 2014, organizzata dal Movimento cinque Stelle. TARANTO e BARI … FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE! Uniamo le nostre forze per un unico obiettivo: la salvaguardia del nostro territorio, delle nostre ricchezze, delle bellezze naturali.
Difendiamo il nostro mare, il territorio, l’aria, rivendichiamo il sacrosanto diritto alla salute e a una vita dignitosa. Ridisegniamo Noi il futuro, UNITI SI PUÒ! Cittadini, comitati, associazioni , occorre la presenza di tutti, mai più deleghe, riappropriamoci dei nostri diritti, facciamo in modo che ascoltino quello che oggi vogliamo per noi e per i nostri figli, non restiamo ancora una volta silenti perché significherebbe accettare le conseguenze devastanti che ne scaturirebbero. Sono in gioco le nostre vite e quelle dei nostri figli. Il decreto Sblocca Italia è un provvedimento che affosserà il Paese e lo sfascerà definitivamente. Favorisce il proliferare degli inceneritori a scapito degli impianti di riciclo, disattendendo peraltro una Direttiva Europea del 2008.
Favorisce i petrolieri e tutti gli interessi che gravitano intorno ad essi e uccide l’ambiente. Il Governo di Matteo Renzi ha deciso di tendere una grande mano alle compagnie petrolifere, attribuendo a tutti i progetti, di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi in terraferma e in mare, carattere di interesse strategico e di pubblica utilità, nonché tutti quelli considerati urgenti e indifferibili.
Se questo decreto sarà convertito in legge, i tempi lunghi per l’approvazione dei progetti, gli impedimenti e le opposizioni dei territori, come il lentissimo ritorno degli investimenti, non rappresenteranno un problema per le stesse compagnie. Gli articoli 36, 37 e 38 del decreto sono stati scritti in maniera stringente per favorire e addirittura incoraggiare le attività di estrazione delle residue, marginali riserve di petrolio e gas in aree densamente popolate come l’Emilia-Romagna, in zone dove sono presenti città di inestimabile importanza storica, culturale e artistica come Venezia e Ravenna, lungo tutte le Regioni del versante Adriatico dal Veneto al Gargano, sino a tutta la costa Pugliese e a gran parte della Sicilia a danno degli ecosistemi marini e del patrimonio naturistico delle aree interessate.
L’Italia non ha carbone, ha pochissimo petrolio e gas, non ha uranio, ma ha tanto sole e le tecnologie solari altro non sono che industria manifatturiera, un settore dove il nostro Paese è sempre stato all’avanguardia. Sviluppando le energie rinnovabili e le tecnologie a esse collegate il nostro Paese avrebbe un’occasione straordinaria per trarre vantaggi in termini economici (sviluppo occupazionale) e ambientali dalla transizione energetica in atto. Gli scienziati ricordano a Matteo Renzi che la vera fonte di energia risiede nel risparmio energetico purché sia adottato come strategia nazionale e non solo come iniziativa del singolo cittadino.
Nella riqualificazione energetica degli edifici, nella riduzione delle emissioni, nel sostegno dell'uso delle biciclette e dei mezzi di trasporto pubblici, si trovano inaspettate risorse energetiche da rivalutare e condividere, piuttosto che nelle trivellazioni alla ricerca di idrocarburi che rappresentano oramai i combustibili da archiviare e dismettere."




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