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Comunicati CONSERVATORI e RIFORMISTI
venerdì 7 agosto 2015

- Zullo: AMTAB Bari in crisi? Pagano gli automobilisti pugliesi
- Coordinamento CoR: questione Ilva, ora basta silenzi!





da conservatorieriformisti.puglia@gmail.com



OLTRE CON FITTO, ZULLO: “LA SINISTRA DI GOVERNO NON SI SMENTISCE MAI: PER RISANARE L’AMTAB DI BARI VUOLE AUMENTARE LA BENZINA”

Dichiarazione del presidente del gruppo Oltre con Fitto, Ignazio Zullo

 

“L’Amtab, la società di trasporto pubblico del Comune di Bari, è praticamente sull’orlo del baratro per anni di sciagurata gestione e incapacità amministrativa del centrosinistra barese. E la soluzione quale sarebbe? Far pagare il prezzo di questo fallimento ai pugliesi facendogli pagare la benzina un centesimo di euro in più a libro, in modo da far quadrare i conti aziendali e far funzionare a meglio il servizio.

E’ questa la proposta che il sindaco di Bari, Antonio Decaro, intende fare al presidente della Regione; Michele Emiliano. Il senso è: la Regione Puglia non contribuisce sufficientemente a garantire il trasporto pubblico barese e non potendo chiedere altri soldi pubblici, li chiediamo agli automobilisti, come se fossero mucche ad mungere.

In realtà non ci dovremmo stupire più di tanto la sinistra al governo è sempre stata quella che ha risolto i suoi problemi di bilancio aumentando le tasse, ma questa volta siamo a dir poco sconcertati. Dal sindaco di Bari e della Città Metropolitana ci saremmo aspettati un atteggiamento più responsabile: di fronte allo sfascio economico e ai disservizi quotidiani dell’Amtab avremmo voluto sentirgli parlare di efficacia, efficienza, economicità, ma soprattutto di lotta agli sprechi e alle clientele.

Capiamo bene che progetti di risanamento ed efficientamento delle aziende pubbliche costano impegno e fatica, più facile aumentare le tasse, ma fin d’ora ammoniamo il presidente Emiliano di non presentare al Consiglio regionale nessuna  proposta di aumento della benzina per risanare le casse dell’Amtab,  visto che per altro per dieci anni è stato lui a scegliere il management della spa, anzi farebbe bene a consigliare al renziano Decaro di rivolgersi al suo amico premier: inviti Renzi a ridurre i prelevamenti statali sugli enti locali in modo che, a cominciare dai Comuni, abbiamo più disponibilità di cassa per garantire servizi alla collettività”.

 

Bari, 7 agosto 2015

 

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Sintesi conferenza Stampa 7 agosto 2015

 

 

 

QUESTIONE ILVA, OLTRE CON FITTO: “BASTA SILENZI, IL GOVERNO DICA SE ESISTE UN PIANO PER LO STABILMENTO E PER TARANTO”

 

Questione Ilva: è necessario e urgente fare chiarezza sul piano industriale, sul futuro dello stabilimento, sul reale reperimento delle risorse economiche necessarie per tutte le opere di ambientalizzazione e bonifiche.

Questa in sintesi la posizione dei Conservatori e Riformisti di Taranto che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa (sono intervenuti l’on. Gianfranco Chiarelli, il consigliere regionale Renato Perrini e i consiglieri comunali di Taranto Antonino Cannone e Cataldo Renna) per illustrare le loro perplessità sullo stato dell’arte dello stabilimento anche di fronte a un silenzio assordante dei commissari, ai quali è stato richiesto inutilmente un incontro.

 

E’ stata anche l’occasione per l’on. Chiarelli di spiegare perché, il 23 luglio scorso, ha votato contro l'ultimo provvedimento (l'ottavo) del Governo, che di fatto annulla l'azione della Magistratura nel momento in cui ha negato la facoltà d'uso dopo il sequestro di Afo2.

“Davanti ad un provvedimento che meritava un maggiore approfondimento in Aula, per tentare di apportare ulteriori modifiche sicuramente migliorative del testo – ha detto Chiarelli - il Governo, ancora una volta, ha preferito forzare la mano, imponendo impropriamente la questione di fiducia: ha strozzato il dibattito in Aula, cosa che diventa particolarmente grave alla luce dell’inserimento, da parte della Commissione Giustizia, di un articolo aggiuntivo che recepisce il contenuto del decreto “Salva Ilva”, segnando un ulteriore capitolo di una storia che ha gravissime ricadute sul piano occupazionale, produttivo e strategico della Puglia e dell’intero Paese, che, ad oggi, nonostante i numerosi e reiterati interventi normativa, non ha ancora trovato una soluzione”.

“Quanto si sta verificando ormai da tre anni a questa parte – ha continuato il deputato tarantino - dopo l'intervento della magistratura di Taranto, che ha adottato provvedimenti gravissimi, quale può  essere il sequestro di impianti produttivi di una grande fabbrica come l'Ilva, non può che definirsi una fuga dalla realtà, o meglio dalle responsabilità della maggioranza che governa oggi il paese.  Ben 8 decreti, di cui 7 convertiti in legge. Convertiti anche con il mio voto, che però, come ho sempre sostenuto nelle mie dichiarazioni, come parlamentare del territorio direttamente interessato, ho votato, obtorto collo, come estrema ratio, e con speranza più che altro, per evitare conseguenze sul piano occupazionale difficilmente risolvibili. La realtà, però,  è che, come più volte ho sostenuto, riferendomi ad esempio ai famosi fondi sequestrati alla famiglia Riva, che attendiamo sempre di vedere utilizzati, al di là delle intenzioni, nulla in tre anni si è fatto in concreto per garantire soluzioni concrete ad un territorio che è stato colpito da diverse crisi, segnato da una disoccupazione giovanile che supera il 50%, e da condizioni ambientali disastrose”.

“Ma l'ultimo decreto-legge – ha spiegato Chiarelli - supera il limite della dignità. Dignità nostra di parlamentari, chiamati ad avallare un provvedimento che, al di là del giudizio di costituzionalità che spetta alla Consulta, nel merito rappresenta uno schiaffo al nostro stesso sistema di diritto. Perché se è vero che la magistratura non può preventivamente chiudere i battenti di un’azienda chiave per il nostro sistema-Paese, è vero anche che non possiamo accettare di barattare il lavoro con la sicurezza. Ad ogni modo, appare evidente che con l' ottavo intervento sull’Ilva si sia scoperta in tutta la sua gravità la incapacità di questo Governo di uscire fuori da uno stallo che ormai caratterizza questa vicenda”.

 “Il Governo – ha concluso - dica, una  volta per tutte, qual è, se esiste, il piano per l'Ilva e più  in generale per Taranto. Si dica quali risorse sono realmente disponibili. Ora. Si dicano quali sono i tempi realistici per realizzare in modo completo l'aia, e le bonifiche”.

Gli fa eco il consigliere regionale, Perrini: “La situazione Ilva dopo tre anni dal sequestro della magistratura appare assolutamente confusa e incerta. Da imprenditore che conosce le dinamiche che interessano una attività produttiva sono abituato a verificare i fatti e i fatti oggi dicono che l'Ilva forse comincerà a produrre dopo l'avvio di Afo1 e Acc1 senza però raggiungere i livelli di quando era leader del mercato (si ipotizza che produca al 60% delle potenzialità). Oggi il mercato, anche quello nazionale si e' rivolto ad altri fornitori. La fabbrica tarantina continua a macinare debiti su debiti ogni giorno. Debiti che si ripercuotono in modo pesante sull'indotto. Gli autotrasportatori reclamano ben 15 milioni di euro di arretrati. Era stato promesso il pagamento, ma solo il 30% circa è stato liquidato e con un mese di ritardo rispetto alle scadenze previste”.

“Per questo – ha concluso Perrini - il 5 luglio scorso ho chiesto un incontro ai commissari per conoscere direttamente da loro lo stato dell'arte, ma ad oggi non ho ricevuto alcun riscontro. Un silenzio a dir poco preoccupante: noi siamo perché l' industria continui ad essere presente a Taranto, ma non a tutti i costi”.



 




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