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Comunicazioni Movimento 5 Stelle
lunedì 5 ottobre 2015

- Acqua lucana in Puglia,nuovo verifica Ue sul rischio inquinamento da petrolio
- MeetUp Taranto: Inceneritore Amiu a privati con i soldi pubblici
- Pedicini: UE e Paesi Africani insieme per affrontare dramma immigrazione
- MeetUp Pulsano: recupero beni culturali, artistici e storici


da PIERNICOLA PEDICINI
Portavoce eurodeputato del M5s al Parlamento europeo
Coordinatore della Commissione ambiente e sanità

Ufficio stampa - Comunicato del 4 ottobre 2015

ACQUA LUCANA IN PUGLIA, NUOVA VERIFICA DELLA UE SUL RISCHIO INQUINAMENTO PROVOCATO DALLE ESTRAZIONI PETROLIFERE

Un altro passo avanti nell'attività di denuncia e di controllo del portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini sulle estrazioni petrolifere in Val d'Agri e sullo stato dell'acqua del lago del Pertusillo che arriva nelle case dei pugliesi.

La Commissione europea, rispondendo ad un'interrogazione presentata a luglio scorso sul rispetto delle direttive Ue in tema di inquinamento da idrocarburi delle falde acquifere interessate dagli impianti di perforazioni dell'Eni, ha fatto sapere che "è a conoscenza delle preoccupazioni relative alle attività del Centro Olio Val D'Agri e sta verificando con le autorità nazionali competenti che siano predisposte opportune misure per assicurare il rispetto della normativa pertinente".

"La direttiva quadro sulle acque - ha messo in evidenza la Commissione - impone agli Stati membri di proteggere, migliorare e ripristinare i corpi idrici sotterranei al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee, anche sotto il profilo quantitativo e chimico. La direttiva sulle acque sotterranee istituisce un regime che fissa le norme di qualità di tali acque e stabilisce misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti.

La responsabilità dell'attuazione della normativa ambientale dell'Ue - ha specificato la Commissione nella risposta all'interrogazione a Pedicini - spetta agli Stati membri. Ciò detto, la Commissione collabora strettamente con gli Stati membri e le parti interessate per contribuire alla corretta attuazione delle direttive comunitarie nell'ambito della strategia di attuazione comune della direttiva quadro sulle acque. La Commissione ha effettuato una valutazione generale dei piani nazionali per la gestione dei bacini idrografici e successivamente ha avviato scambi bilaterali di informazioni per facilitare l'elaborazione di piani di gestione migliorati, che devono essere adottati entro la fine del 2015".

"Questo ulteriore intervento della Commissione europea - ha commentato Pedicini - mette in luce che la nostra azione sta dando i suoi frutti e che le vicende legate alle conseguenze delle estrazioni petrolifere in Val d'Agri sono ormai diventate un tema nazionale ed europeo che verrà esaminato e monitorato con sempre maggiore attenzione. Non va dimenticato che oltre alle verifiche avviate dopo questa interrogazione, la Ue sta effettuando un'altra indagine, molto più articolata e dettagliata, che, sempre a seguito delle denunce del M5s, è iniziata alcuni mesi fa. Quando arriveranno le risposte, ci sarà maggiore chiarezza per tutti i cittadini e capiremo se lo straordinario patrimonio del lago Pertusillo, che assicura l'acqua a milioni di pugliesi e lucani, è salvaguardato dal rischio petrolio oppure sta subendo dei danni che potrebbero essere irreparabili.

Purtroppo, anche l'ennesimo episodio di moria di pesci verificatosi a fine agosto scorso nel bacino lucano, non è un buon segnale e continua a destare preoccupazioni".



Ufficio stampa - Per contatti cell. 3920460174
PIERNICOLA PEDICINI
Portavoce eurodeputato del M5s al Parlamento europeo

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Inceneritore Amiu: affidare la struttura ai privati … ma coi finanziamenti pubblici!

Amici di Beppe Grillo Taranto: basta bruciare i soldi dei cittadini per l’inceneritore, si investa nell’aumento della raccolta differenziata e per la giusta impiantistica!


Continua il calvario legato al vecchio ed inutile inceneritore Amiu localizzato nel comune di Statte in prossimità della gravina Leucaspide..
“L’inceneritore è attualmente fermo e solo per farlo ripartire servono almeno € 8.287.000, costi che la Regione Puglia coprirà in parte spendendo 4 milioni di euro dei cittadini pugliesi senza alcuna logica e senza alcun buon senso. Soldi pubblici buttati, anzi bruciati!” - rivelano gli attivisti del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo Taranto”, proseguendo poi - “ Come se non bastasse, il Comune di Taranto, a cui si imputa una gestione dei rifiuti scorretta e inosservante della legge, vorrebbe darlo in gestione a privati per 15 anni a seguito di un bando di gara che dovrebbe partire a fine anno, ricavando dal canone annuo di concessione solo 2.930.000 euro, invariato per tutta la durata della concessione. Tale valore è finalizzato a coprire i costi dell’impianto che rimangono a carico di AMIU, cioé l’ammortamento e IMU.
“ Il Comune di Taranto e l’Amiu, non guadagneranno nulla da questa concessione.” Le spese ci saranno e saranno anche elevate per i cittadini tarantini che saranno costretti a pagare fino a 125,75 euro per tonnellata smaltita nell’inceneritore, ai quali si aggiungerà anche l’ecotassa perchè l’inceneritore, ai sensi delle normative italiane ed europee, effettua appunto solo operazioni di smaltimento e pertanto giuridicamente è considerato al pari di una discarica.”- incalzano gli Amici di Beppe Grillo Taranto” che precisano inoltre che il termine “termovalorizzatore”, a cui il sindaco Stefano e il comune di Taranto ricorrono impropriamente, è errato e non trova riscontro su alcuna legge o direttiva europea che stabilisce difatti che il termine corretto è “inceneritore”. D’altronde la bassa efficienza energetica dell’inceneritore AMIU non lo rende idoneo alla definizione di “recupero energetico”.
“Ma oltre al danno causato dalle politiche del Comune di Taranto e della Regione Puglia, ecco che il decreto di attuazione dell’art.35 dello “Sblocca Italia”, intende far diventare il “ferro vecchio” dell’inceneritore Amiu una infrastruttura e insediamento strategico di preminente interesse nazionale. Tutto questo in un territorio fortemente inquinato, già colmo di inceneritori, discariche e impianti industriali di devastante impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. La realtà che supera la follia! - continuano gli attivisti del Meet Up storico della città ionica che rammentano quindi che l’inceneritore, che produce emissioni inquinanti, come appunto le tristemente noti diossine cancerogene, è già stato bloccato diverse volte per emissioni sopra i livelli di norma.
Per 3 tonnellate di rifiuti urbani che vengono bruciati si produce circa 1 tonnellata di scorie e ceneri “pesanti” e “leggere” classificate come rifiuti speciali che hanno necessità di ulteriori discariche specializzate per lo smaltimento definitivo con costi molto elevati, come confermato dai bandi degli anni passati dell’Amiu in cui lo smaltimento per 18 mesi di queste scorie e ceneri costava circa 3 milioni di euro alle casse dell’Amministrazione, scaricati poi indirettamente sui cittadini. Tutto questo avviene mentre le percentuali di raccolta differenziata fanno pietà e sono ampiamente al di sotto dei valori che la legge italiana stabilisce (almeno 65% al 31/12/2012).
“Spese per gestioni e impianti tecnologicamente inaffidabili obsoleti e costosi, milioni di euro c in fumo e l’AMIU che mostra poco impegno nell’ aumentare in città le già basse percentuali di raccolta differenziata atte al riutilizzo, riciclo e recupero. - concludono gli “Amici di Beppe Grillo Taranto”.
"Non stupisce sapere perciò, nell’ambito di una gestione paradossale, che mentre si stanno spendendo milioni di euro per nuovi capannoni e revamping dell’inceneritore, l’Amiu è sprovvista di una semplice macchina per triturare le frazioni derivanti dalla raccolta del “verde pubblico” e destinate all’impianto di compostaggio, costringendo perciò il comune a servirsi di ditte esterne, con un aumento di costi, che, tanto per cambiare, ricadrà ovviamente sui cittadini!

Taranto, 04 Ottobre 2015

Gli Attivisti del Meet Up 192 “Amici di Beppe Grillo

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da PIERNICOLA PEDICINI
Portavoce eurodeputato del M5s al Parlamento europeo
Coordinatore della Commissione ambiente e sanità

Ufficio stampa - Comunicato del 3 ottobre 2015

UE E PAESI AFRICANI INSIEME PER AFFRONTARE IL DRAMMA IMMIGRAZIONE. DELEGAZIONE CONGIUNTA AL CCR DI ISPRA PER INDIVIDUARE LE SOLUZIONI


Emergenza immigrazione: sul tema interviene il portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini, in qualità di componente dell'Assemblea paritetica Ue-Acp (Unione europea-Africa, Caraibi, Pacifico).

"Per affrontare i problemi dell'Africa e dei flussi migratori - afferma Pedicini - non ci sono solo le arroganti sceneggiate del segretario della Lega Salvini che non ha avuto il visto di ingresso dalla Nigeria per andare a fare un viaggio propagandistico sul dramma di quei popoli.

Ci sono anche iniziative molto serie sulle quali le istituzioni europee e quelle dei Paesi africani possono cooperare e collaborare per raggiungere risultati veri e concreti.

Proprio qualche giorno fa, - spiega il portavoce del M5s - ho fatto parte di una delegazione composta da parlamentari europei e di vari Paesi africani dell'Assemblea Ue-Acp, che ha effettuato una serie di incontri al Ccr di Ispra (Varese), uno dei centri di ricerca d'eccellenza della Ue che da anni studia e fornisce un sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all’attuazione e al controllo delle politiche europee e mondiali.

Il centro - sottolinea Pedicini - dispone di informazioni e modelli per avere una visione generale e dettagliata e coadiuvare i governi e le istituzioni pubbliche europee e africane affinché abbiano gli elementi per intervenire alla radice sul fenomeno immigrazione. Le analisi e gli studi che sono stati avviati non riguardano soluzioni riferite ai tempi brevi e all'emergenza del momento per la distribuzione dei profughi, ma a strategie medio lunghe che affrontano in profondità le cause che generano i flussi i migratori. Non solo eliminando l'ipocrisia della vendita delle armi e dello sfruttamento delle risorse minerarie e del petrolio (tempi medi) ma soprattutto affrontando il problema della carestia e della fame di milioni di persone generate dai cambiamenti climatici e dalla deforestazione (tempi lunghi) che rendono aridi i terreni e quindi non più coltivabili.

Le potenzialità del Ccr di Ispra e la grande disponibilità dei Paesi africani a collaborare mettono in luce che se l'Europa facesse una forte e chiara scelta politica il problema Africa potrebbe essere risolto in modo radicale e definitivo. Se ciò non accade - evidenzia il portavoce del M5s - è perché gli enormi interessi in gioco di alcuni Stati Ue bloccano colpevolmente questo processo".

L'obiettivo della missione parlamentare al Ccr di Ispra è stato quello di raccogliere informazioni sul sostegno scientifico e tecnico che la Ue può offrire ai Paesi africani in materia di ricerca di alta qualità e anche per condividere i risultati di alcuni progetti già avviati. Nel corso dei lavori, sono stati affrontati molti argomenti: i progetti anti-pirateria marittima, la sicurezza alimentare, la gestione delle risorse idriche, le questioni della desertificazione, l'accesso all'energia e lo sviluppo sostenibile delle risorse naturali, l'uso delle biomasse.

La delegazione parlamentare ha anche visitato l'Expo di Milano ed in particolare i padiglioni di alcuni Paesi africani, dove, durante alcuni incontri, è emerso chiaramente il nesso indissolubile del modello di crescita imposto dalle società occidentali ai Paesi più poveri: un modello che impone lo sfruttamento delle risorse del luogo e amplifica l’impatto negativo a scapito dell’ambiente e di popolazioni già segnate da siccità, povertà, malnutrizione, epidemie, guerre locali spesso mascherate da conflitti etnici ma in molti casi causate dalla spietata competizione per l’accaparramento delle materie prime.



ULTERIORI INFORMAZIONI PER I COLLEGHI GIORNALISTI

L'Africa è l'unico continente che non è autosufficiente nella produzione alimentare con una popolazione che è destinata a raddoppiare da uno a due miliardi entro il 2050. La domanda globale di cibo è destinata ad aumentare del 40% entro il 2030 e del 70 % entro il 2050. Ma, mentre la domanda di cibo è in aumento, la quantità di terra adatta per la produzione alimentare probabilmente diminuirà - principalmente attraverso pressioni altri usi (ad esempio, la crescita nei biocarburanti), e il cambiamento climatico. In questo contesto, il Ccr fornisce supporto tecnico di accesso al cibo e necessità, tra cui il monitoraggio in tempo reale delle condizioni del raccolto, previsioni quantitative delle rese e l'identificazione dei punti in cui la resa dei raccolti potrebbe tradursi in alimenti / mangimi l'insicurezza la capacità di monitorare la crescita delle colture in tempo reale e prevedere con almeno 6 mesi di anticipo la dimensione del raccolto dell'Ue. Questo viene fatto attraverso l'uso di dati meteorologici, immagini satellitari e modelli colturali. Il Ccr sta inoltre collaborando con la Direzione generale agricoltura della Ue per estendere le previsioni di produzione delle colture in scala globale. La delegazione della Ue-Acp ha anche visitato il Laboratorio europeo di gestione delle crisi. Nel 2010, ci sono stati 385 disastri naturali in tutto il mondo che hanno ucciso più di 297.000 persone. Il numero totale di disastri sembra essere in aumento; la prima metà del 2011 ha già prodotto più eventi che la maggior parte anni prima del 2006. Il Ccr Crisis Management Laboratorio "centro di crisi" fornisce servizi altamente specializzati quali analisi di minacce prevenzione e mitigazione dei disastri naturali, consapevolezza delle situazioni comuni, e il processo decisionale collaborativo. Un esempio di utile strumento Ccr che è ben noto in tutto il mondo è il sistema globale di allerta catastrofi e di coordinamento del Ccr. Operato in stretta collaborazione con le Nazioni Unite, il sistema informa automaticamente sulle gravi catastrofi in pochi minuti. Ad esempio, dopo il disastro di Fukushima il sistema ha propagato un avvertimento corretto a 135 abbonati giapponesi, tra cui il ministero giapponese degli Interni e autorità regionali in 40 minuti. L'analisi della situazione del Ccr è stato determinante per la risposta della Commissione a varie crisi, tra cui Fukushima Tsunami, i terremoti in Cile e Haiti, l'epidemia H1N1, il conflitto in Ossezia del Sud e Georgia e i recenti sviluppi in Siria. Un'altra area di intervento in cui il Ccr può offrire la sua competenza è la gestione delle risorse idriche. Il centro ha pubblicato un rapporto che valuta la disponibilità delle risorse idriche in Africa e che suggerisce come migliorare l'approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari nel continente africano e fornisce anche una panoramica degli effetti del cambiamento climatico. Per quanto riguarda il problema della desertificazione secondo il Ccr, il mondo (dal 10 al 35 % di esso) è purtroppo colpito da questo fenomeno e in Africa circa il 20% della superficie terrestre ha subito un calo consistente della produttività nel corso degli ultimi tre decenni, con un totale di 50.000 km2 di vegetazione naturale convertito all'agricoltura ogni anno. Nel quadro del partenariato strategico Ue-Ua, l'Africa è diventata un centro di applicazioni del Ccr in geo-spaziale mappatura, monitoraggio e la modellazione delle risorse naturali. Utilizzando circa 6000 immagini satellitari ad alta risoluzione di tre periodi di tempo dal 1970 al 2010 Ccr sta misurando i tassi a cui la vegetazione naturale (principalmente savana e foresta) viene convertita in terreni agricoli e viceversa. Il Ccr di Ispra sul tema della desertificazione ha pubblicato anche un Atlante mondiale della desertificazione dal titolo Wad for the Joint Parliamentary assembly.j.



Ufficio stampa - Per contatti cell. 3920460174
PIERNICOLA PEDICINI



Portavoce eurodeputato del M5s al Parlamento europeo

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da Giuseppe Mastronuzzi
giuseppe.mastronuzzi@gmail.com




Con determinazione dirigenziale n.191/2015 del Servizio Beni Culturali, si è rettificato e riapprovato l'elenco delle istanze di finanziamento non ammesse e l'elenco delle istanze ammissibili alla fase di valutazione, relativamente all'avviso pubblico per il finanziamento d’interventi di recupero, restauro e valorizzazione dei beni culturali immobili e mobili d’interesse artistico e storico, appartenenti a enti pubblici locali territoriali della Regione Puglia.

Costatiamo, purtroppo, la presenza del Comune di Pulsano nelle istanze non ammesse a partecipare al bando de quo poiché il bene candidato, cioè il 2° Lotto del restauro della Chiesa Madonna dei Martiri del Convento dei frati minori o riformati, aveva già ottenuto un finanziamento nell'ambito di altre linee del medesimo APQ "Beni e Attività Culturali".

Tra i vari beni storici meritevoli d’interventi urgenti, rientrano ad esempio Torre Castelluccia e il Villaggio Protostorico, siti a Marina di Pulsano in località Lido Silvana, già oggetto d’interrogazione presentata alla Camera dei Deputati dal portavoce Deputato Cosimo Petraroli, alla quale si attende ancora risposta.

Quanto avvenuto dipende, probabilmente, dall'assenza dei progetti di recupero dei beni e dalla mancanza di figure professionali, all'interno dell'ente, capaci di redigerli.

Questa situazione porta l'ente comunale ad avvalersi di professionisti esterni, con conseguente aggravio dei costi impossibili da sostenere stante i tagli agli enti locali perpetrati dai Governi Berlusconi sino all'ultimo Governo Renzi.

Tra i vari Comuni ionici che hanno perso la possibilità di ottenere questo finanziamento figurano, oltre al Comune di Pulsano, i Comuni di Carosino, Faggiano, Torricella e Manduria.

Auspichiamo, quindi, maggiore attenzione da parte degli enti locali verso i beni storici della nostra comunità e maggiore attenzione del Governo centrale verso la cultura dei nostri territori.


Castelluccia

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