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Comunicazioni Movimento 5 Stelle

giovedì 10 marzo 2016

- OLIO TUNISIA, Giuseppe L’Abbate (M5S): il Governo Renzi continua a svendere il made in Italy
- Adozioni dei bambini dal Congo: interviene il deputato pugliese Emanuele Scagliusi (M5S)





da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate

 

OLIO TUNISIA: IL GOVERNO RENZI HA SVENDUTO IL MADE IN ITALY DIETRO FALSI PROCLAMI

 

Il Parlamento europeo approva le 70.000 tonnellate di olio di oliva a dazio zero dalla Tunisia mentre il Governo nazionale risulta assente negli incontri comunitari. L’Abbate (M5S): “Come abbiamo proposto più volte, il popolo tunisino va aiutato in altri modiâ€

 

Il Parlamento europeo ha approvato le misure d’emergenza comunitarie per permettere l’importazione, per il 2016 ed il 2017, di 70.000 tonnellate di olio extravergine di oliva tunisino “duty-freeâ€. Il testo, a fronte della levata di scudi, è stato perlomeno modificato con l’inserimento di salvaguardi che includono una valutazione intermedia sugli effetti di tali misure sul mercato agricolo europeo e la possibilità di aggiornarle qualora si rivelassero nocive. Inoltre, è prevista la tracciabilità delle merci durante il percorso. L’ulteriore quantitativo si somma, così, alle attuali 56.700 tonnellate annue già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia.

 

“Dietro i soliti falsi proclami, il Governo Renzi continua a svendere il made in Italy e le sue belle parole vengono continuamente smentite dai fatti e dai dati – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Una farsa quella del Partito Democratico tenutasi sia in Europa e proseguita in Italia, a cominciare dagli esponenti di Governo. A cominciare dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini che ha sostenuto questa misura con la scusa di aiutare l’economia della Tunisia minata dal terrorismo. Come abbiamo spiegato più volte, togliere i dazi sui prodotti agricoli non equivale ad ‘aiutarli a casa loro’. Peraltro – continua L’Abbate (M5S) – le misure d’attuare erano ben altre mentre l’utilizzo da parte dell’Ue di strumenti di politica commerciale a sostegno della stabilità dei Paesi beneficiari, oltre a danneggiare spesso le produzioni degli Stati membri come nel caso delle sanzioni imposte alla Russia a seguito della crisi con l’Ucraina, non consente la rimozione delle cause strutturali della disoccupazione, non favorisce programmi di sviluppo endogeno in grado di eliminare le dinamiche di esclusione e, anzi, rischia di favorire fenomeni speculativi. Come noto, infatti, - spiega il deputato pugliese 5 Stelle – a beneficiare principalmente delle misure in questione saranno i grandi gruppi industriali a cui fa capo la produzione tunisina di olio di oliva e nessuna certezza può aversi, a oggi, circa le eventuali ricadute positive sui tassi di occupazione giovanile nazionale. Se poi ci si ferma a pensare che l’attuale primo ministro della Tunisia, Habib Essid, è tra i maggiori produttori di olio del Paese e dal 2004 al 2010 è stato persino direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale, i dubbi su chi davvero stiamo sostenendo chiedendo sacrifici ai nostri agricoltori crescono notevolmenteâ€.

 

Ma per i 5 Stelle, non è esente da colpe neppure il Governo nazionale. “L’Esecutivo renziano ha incredibilmente boicottato tutte le sedi Ue in cui avrebbe dovuto opporsi al provvedimento – afferma Giuseppe L’Abbate (M5S) – a cominciare dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che, nel 2015, ha disertato senza giustificazione ben 9 Consigli europei su 13. Risulta pertanto ridicolo da parte del ministro, dunque, dichiararsi oggi, a cose fatte e sempre a parole, dichiararsi contrario all’import di olio tunisino a dazio zero rimandando la soluzione del problema a controlli futuri, come ha già fatto in passato, per poi essere smentito dai recenti dati dei Nas dei Carabinieri, secondo cui le frodi ai danni dell’olio di oliva italiano sono quadruplicate nell’ultimo anno. Patetico, infine, l’atteggiamento di chi oggi dichiara di aver provveduto a ‘migliorare il provvedimento’ quando – conclude L’Abbate (M5S) – avrebbe fatto meglio a ‘bloccarlo’ dato che occupa da tempo immemore gli scranni europei in campo agricolo: un atteggiamento che equivale a voler riparare delle crepe di una casa ormai crollataâ€.

 

 

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da Vito Galluzzi
Assistente Parlamentare del Deputato Scagliusi Emanuele

 

ADOZIONI CONGO: ALTRI BAMBINI PRONTI AD ARRIVARE IN ITALIA

 

Buone notizie dalla Repubblica del Congo che ha concesso il via libera a 66 bambini in attesa di adozione. Scagliusi (M5S): “Il sit-in dei genitori del gennaio scorso ha sortito un effetto propulsivo. Adesso facilitiamo l'iter adottivo garantendo trasparenzaâ€

 

Sembra volgere al lieto fine la vicenda che riguarda i bambini della Repubblica Democratica del Congo regolarmente adottati da famiglie di vari Paesi, tra cui l'Italia, ma bloccati dal 2013 per sospetti sulle procedure di adozione da parte delle autorità di Kinshasa. Infatti, martedì il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso la sua soddisfazione per questa buona notizia arrivata dall'Autorità della Repubblica Democratica che comunica di aver concesso ad ulteriori 66 bambini di ricongiungersi con le famiglie adottive in Italia.

 

“Il via libera dato dalle autorità della Repubblica Democratica del Congo è certamente una buona notizia – afferma il deputato Emanuele Scagliusi (M5S), da tempo a lavoro sul tema delle adozioni – Arriva purtroppo dopo tre anni di lunga attesa, causata da una burocrazia farraginosa che ha sospeso all'infinito la possibilità per decine di genitori di abbracciare i loro figli. Inoltre, ci sono altri 45 bambini ancora in attesa di adozione che mi auguro non vengano dimenticati e che presto possano, anch'essi, gioire insieme ai loro genitori adottivi. In questa battaglia a vincere è stata la loro tenacia e determinazione. Spero – continua il deputato 5 Stelle – che i genitori vengano al più presto contattati dalla CAI e invitati a recarsi in Congo per raggiungere e portare in Italia i loro bambini. Nella manifestazione di protesta del 20 gennaio scorso davanti a Montecitorio, ho visto volti stanchi, provati dalla lunga attesa, ma anche determinati a lottare ancora. Quella manifestazione che era stata vivamente 'sconsigliata' da alcuni enti autorizzati che invitavano i genitori a non scendere in piazza, per evitare tensioni con le autorità congolesi che avrebbero potuto ulteriormente ritardare l'arrivo dei bambini. Forse, invece, proprio quella manifestazione ha avuto un effetto positivo e propulsivo. Certamente, non ha influito negativamente sulla vicenda. Manifestare è un diritto dei cittadini e tale deve rimanereâ€.

 

Fa discutere la difformità delle informazioni tra il Ministero degli Esteri e la Commissione Adozioni Internazionali (CAI). Mentre il Dicastero della Farnesina parla di 14 bambini già autorizzati a metà febbraio e di 66 autorizzati in queste ore, la CAI nella sua nota di martedì ha parlato esclusivamente di 80 bambini autorizzati ieri. “Questo sarà motivo di una mia interrogazione in commissione esteri che questa mattina ho depositato alla Camera dei Deputati – avverte il deputato Scagliusi (M5S) – Durante la manifestazione del 20 gennaio scorso ho incontrato genitori che erano in attesa da 847 giorni. È necessario che il Ministro chiarisca, se già da metà febbraio questi bambini erano stati autorizzati, come mai si siano attesi ulteriori trenta giorni e per quali ragioni. Tutto questo è inaccettabileâ€.


Nei prossimi giorni in Commissione Giustizia si avvierà l'iter dell’indagine conoscitiva per una modifica della legge sulle adozioni. “È necessario in quella sede apportare modifiche alla legge del 1983 agendo soprattutto sulla CAI che dovrebbe coordinare il lavoro degli enti autorizzati. Non si potrà fare a meno di addentrarsi nel ginepraio degli accordi internazionali, dei minori che vivono fuori dalle famiglie d’origine, degli affidi e dei tribunali per i minori. Le nostre proposte – conclude Scagliusi – vanno nella linea di una semplificazione, trasparenza e snellimento dell'iter adottivo mantenendo salvo il principio di offrire ad ogni bambino che ne è privo, la possibilità di crescere in una famigliaâ€.




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