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Comunicazioni M5S
giovedì 28 settembre 2017
G. L'Abbate, deputato pugliese M5S



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da Valerio L'Abbate
Ufficio Stampa Deputato Giuseppe L’Abbate
Ordine dei Giornalisti della Puglia
Tessera n. 105289
valerio.labbate@camera.it
www.giuseppelabbate.it

342.8632827


 

AMBIENTE: IL “VUOTO A RENDERE” RITORNA IN VIA SPERIMENTALE PER UN ANNO

 

Saranno interessati gli esercenti del consumo fuori casa, su base volontaria, ma si stima una grande riduzione dei rifiuti con le bottiglie che potranno essere utilizzate oltre dieci volte. L’Abbate (M5S) invita le Amministrazioni a farsi promotrice di campagne di sensibilizzazione

 

Una piccola ma significativa rivoluzione, per quanto limitata ai commercianti del consumo fuori casa e seppur in via sperimentale per un anno e su base volontaria. Dopo due anni dall’approvazione del “Collegato Ambientale” e dopo mesi di pressioni parlamentari, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha firmato il regolamento che reintrodurrà, a partire dal 10 ottobre, il vuoto a rendere. L’incentivo al riciclo e al riutilizzo consiste nel restituire al consumatore, in cambio delle bottiglie vuote di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri (principalmente birra e acqua minerale), la piccola cauzione versata al barista o al commerciante al momento dell’acquisto: una pratica molto in voga fino agli anni ’80 del secolo scorso. Obiettivo del “vuoto a rendere” è quello di sensibilizzare sia i consumatori sia gli esercenti sull’importanza del riuso e della diminuzione della produzione di rifiuti. I contenitori interessati potranno, infatti, essere riutilizzati oltre dieci volte prima di divenire scarto. Anche grazie all’alta percentuale di resa dei vuoti al produttore, stimata tra l’80 e il 90%, la raccolta può costituire un contributo importante alla filiera del riuso.

 

Ci siamo a lungo battuti per questa misura e abbiamo atteso due anni per vedere finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il regolamento fortemente voluto dal collega Vignarolidichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) – Ora, sebbene questa fase non riguardi i cittadini ma solamente, su base volontaria, i commercianti del consumo fuori casa, è importante darsi da fare affinché venga attivato un circuito economico virtuoso. Invitiamo tutte le amministrazioni comunali a farsi promotrici di campagne di sensibilizzazione e informazione, dato che il Governo non ha voluto incentivare la norma in nessun modo per premiare lo sforzo virtuoso dell’esercente, non investendo alcun impegno di spesa. Con il giusto atteggiamentoconclude L’Abbate (M5S)potremo già iniziare a ridurre notevolmente la produzione di imballaggi”.

 

Gli esercenti aderenti all’iniziativa, infatti, potranno contare al momento solamente su un “simbolo grafico” da esporre all’ingresso di bar, ristoranti, alberghi e altri punti di consumo. Il ministero dell’Ambiente ha previsto la concessione del patrocinio e l’utilizzo del logo su richiesta degli operatori che realizzeranno campagne di comunicazione o altre forme di promozione. Il “vuoto a rendere” funzionerà come in passato: i commercianti al momento dell’acquisto all’ingrosso delle bevande in bottiglia verseranno una microcauzione (proporzionale al volume dell’imballaggio e compresa tra 0,05 e 0,30 euro) che verrà restituita dal grossista al momento della resa dei vuoti da parte del rivenditore. Allo stesso modo funzionerà con il consumatore, al quale viene promesso dagli esercenti il non aumento dei prezzi. La sperimentazione durerà un anno e permetterà di comprenderne gli effetti concreti nel settore, per poi estenderla.

 

 

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AGROALIMENTARE: SULL’ACCORDO CETA TRA UE-CANADA NON GIUNGONO RASSICURAZIONI DAL MINISTRO MARTINA

 

L’assenza di garanzia di successo e la mancanza di una clausola di salvaguardia sul Trattato commerciale, dipingono uno scenario futuro preoccupante sul Ceta e la tutela dell’agroalimentare italiano, secondo il deputato L’Abbate (M5S)

 

Il Trattato commerciale di libero scambio tra Unione europea e Canada, denominato CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), dopo la sua formale entrata in vigore il 21 settembre scorso, finisce al centro del dibattito parlamentare. Da una parte, il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che lo difende come una evoluzione che imporrà regole a difesa delle piccole e medie imprese italiane, dall’altra il Movimento 5 Stelle che lo accusa di non fornire alcun elemento né sugli studi per valutare l’impatto che avrà il Ceta sull’agroalimentare Made in Italy né sulle misure per tutelare le filiere produttive dalle eventuali ricadute negative del trattato.

 

Seppur reputo positivo il dibattito e il confronto sul Cetaha dichiarato il ministro Martina rispondendo al question time dei 5 Stelle in Aulaquesto trattato rappresenta una tutela per le nostre imprese con marchi dop e igp: sono stati inseriti ben 41 prodotti che rappresentano il 92% delle esportazioni. è giusto evidenziare i lati deboli o i punti interrogativi di un accordo così complesso, ma non possiamo non riconoscere gli avanzamenti positivi e importanti che questo porterà con sé, in particolare per le piccole e medie imprese”.

 

Di diverso avviso il Movimento 5 Stelle. “Siamo contrari alla ratifica del Ceta perché vanno posti dei paletti ad una globalizzazione sfrenata che ha arricchito pochi e ci ha impoverito tuttidichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla CameraAi dubbi di gran parte del comparto agroalimentare, il ministro Martina non ha dato risposta. Su quali basi si prevede un guadagno per l’Italia con questo accordo non è dato sapere e, peraltro, non esiste una clausola di salvaguardia. Se un domani ci accorgiamo che non funziona, che non va bene, cosa facciamo? Non avremo alternative. A nostro modo di vedereprosegue L’Abbate (M5S) vanno riviste interamente le politiche commerciali che sono state attuate nella loro interezza perché, sinora, non hanno tutelato il tessuto produttivo italiano fatto proprio di piccole e medie imprese. La stessa Puglia, incredibilmente, non vede tutelare alcuni suoi prodotti d’eccellenza in questo accordo e non si comprende – conclude il deputato 5 Stellecosa ne abbia di guadagno dalla firma di questi accordi internazionali di libero scambio che rischiano di far ancor più danni come l’Ue-Marocco o le importazioni a dazi agevolati dell’olio dalla Tunisia”.

 

Intanto al Senato, dove è in discussione il processo di ratifica, l’esame del trattato è slittato “sine die: una proposta di Loredana De Petris (SI), accolta da tutte le altre forze politiche.

 





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