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Comunicazioni M5S
giovedì 5 ottobre 2017

G. L'Abbate, deputato pugliese M5S
su truffe gelati artigianali e prevenzione anti-roghi




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da Valerio L'Abbate
Ufficio Stampa Deputato Giuseppe L’Abbate
Ordine dei Giornalisti della Puglia
Tessera n. 105289
valerio.labbate@camera.it
www.giuseppelabbate.it

342.8632827

 

GELATO ARTIGIANALE E TRUFFE: SEMPRE PIÙ NECESSARIA UNA NORMATIVA PER IL SETTORE

 

Il deputato pugliese L’Abbate (M5S) ha da tempo depositato una proposta di legge per colmare il vuoto normativo sul gelato artigianale italiano per tutelare consumatori e imprenditori onesti, agevolare il lavoro delle forze dell’ordine e supportare un prodotto vanto del Made in Italy

 

È necessario tutelare i consumatori da eventuali truffe, gli imprenditori onesti che portano alto il nome della gastronomia artigianale e del gelato, prodotto vanto del Made in Italy, nonché gli organi di controllo che dovrebbero muoversi in un quadro legislativo molto più chiaro. Il nostro Paese, infatti, incredibilmente non ha una normativa per il settore”. A dichiararlo è il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera e primo firmatario della proposta di legge denominata “Norme in materia di requisiti del gelato artigianale di alta qualità” che commenta così i risultati dell’indagine “Ice (s)cream” condotta in 50 locali di prodotti artigianali della Puglia. L’operazione ha portato a 17 denunce, 30mila euro di sanzioni ed al sequestro di 2.000 chili di prodotto a causa delle dichiarazioni false sull’utilizzo di materie prime biologiche o italiane quando, in realtà, venivano adoperati semilavorati scaduti anche di dieci anni.

 

Alle forze dell’ordine va il ringraziamento e il plauso per aver condotto una indagine volta a far emergere gli imprenditori truffaldini ma non si può più soprassedere dinanzi a questo vuoto normativoprosegue L’Abbate (M5S)L’unica ad essere dotata di una legge è la Provincia di Bolzano mentre nel resto d’Italia, l’incessante proliferare di gelaterie e l’apprezzamento sempre maggiore per questo alimento non hanno reso trasparente lo scenario delle gelaterie artigianali, creando confusione e peggiorando la possibilità del consumatore di comprendere con facilità e chiarezza il tipo di proposta e la qualità del gelato. Al contempo continua il deputato 5 Stellegli artigiani hanno difficoltà a differenziarsi nel variegato panorama dell’offerta commerciale. Ed è proprio con l’obiettivo di dare uno strumento di verifica ai consumatori e di conferire ai ‘veri artigiani del gelato”’ uno strumento in più per valorizzare l’alta qualità del loro prodotto che nasce la mia proposta di legge.

 

Redatta con la collaborazione di Antonello Paparella, professore ordinario di Microbiologia degli Alimenti presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Teramo e presentata allo scorso Sigep di Rimini (il 38° Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianali e Caffè), dove le diverse associazioni di categoria hanno accolto positivamente la regolamentazione, attesa da tempo nel settore, riservandosi di produrre suggerimenti di modifica, la proposta di legge di L’Abbate (M5S) punta a  dare un valore aggiunto al vero gelato artigianale italiano di alta qualità, nel rispetto della vigente normativa comunitaria in materia. Viene posta l’attenzione su una miscela base di qualità, con la consapevolezza però delle realtà lavorative odierne, e mirando a prediligere l’uso di materie prime fresche e genuine nonché dando il giusto peso e valore al processo di lavorazione che deve necessariamente essere davvero artigianale.

 



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AMBIENTE: SUPERARE L’ALLARME ROGHI CON PIANIFICAZIONE E PREVENZIONE

 

Vi sono molteplici soluzioni da applicare per scongiurare il pericolo che la Puglia sia nuovamente in testa alla classifica delle regioni italiane più colpite dagli incendi boschivi. Ma, secondo il deputato L’Abbate (M5S), è necessaria la collaborazione di tutti i livelli amministrativi

 

Con il sopraggiungere dell’autunno e l’arrivo delle prime piogge, il rischio incendi sembra essere lontano così come l’emergenza roghi che ha caratterizzato l’arida estate italiana. In Puglia, regione classificatasi sesta nella classifica incendi del 2016 in Italia, solamente nei primi tre mesi estivi sono andati persi 2.700 ettari di territorio boschivo, con “protagonista” la Provincia di Foggia. Eppure, al fine della prevenzione, sarebbe sufficiente rendere operativo quanto già pianificato su carta. L’abbandono di molte aree rurali, con la naturale espansione dei boschi nei terreni agricoli e nei pascoli abbandonati, ha causato un aumento della biomassa combustibile e ciò, unita a particolari condizioni climatiche, determina una diffusa suscettività dei boschi agli incendi.

 

Con la legge 350/2000, sono previsti interventi finalizzati a migliorare l’assetto vegetativo degli ambienti naturalidichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camerarisulta, quindi, evidente che occorra una pianificazione antincendio, come suggerito anche dal D.L. 227/2001 che sottolinea anche l’importanza della salvaguardia ambientale. Il ‘combustibile’ in bosco può essere efficacemente modificato influenzando così la capacità d’innesco tramite operazioni di gestione o pratiche che, tecnicamente, mirano a ridurre la ’scala dei combustibili’, ovvero la ’continuità verticale’ che è rappresentata dall’abbondanza di arbusti e da necromasse nelle parti basse delle chiome arboree. Queste praticheprosegue L’Abbate (M5S)fanno sì che un incendio radente in un ‘bosco pulito’ possa diventare un ‘incendio di chioma’”.

 

Nelle regioni meridionali (dati 2001-2010) sono stati prelevati mediamente 1,93 milioni di mc di biomassa legnosa a fronte di una produzione 8,7 milioni (appena il 22%). Si tratta di produzioni elevate, solo parzialmente utilizzate, che contribuiscono però ad aumentare la biomassa potenzialmente incendiabile.

 

Un ruolo fondamentale per la sicurezza boschiva, inoltre, è data dai viali tagliafuocodichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S)Ovviamente, è necessaria una manutenzione ottenibile con vari tipi di intervento che vanno dal taglio programmato al pascolo. Oltre questo, poi, ci sono gli interventi di diradamento dal basso che servono per aumentare la distanza dalle chiome, operazione che oltre a ridurre il rischio d’incendio aumenta anche la resistenza degli alberi. Dire che un bosco o un albero non si tagli a prescindere è un errore, il bosco va gestito. Sono, quindi, numerosi gli interventi che si potrebbero attuare e che non si fanno. Vi immaginate che bei boschi puliti potremmo avere?continua il parlamentare 5 StelleAumenterebbe il turismo, avremmo materiale legnoso da utilizzare per scopi diversi e si creerebbero nuovi posti di lavoro, oltre che un numero maggiore di prodotti del bosco da raccogliere. Infine, c’è da considerare un altro aspetto: quello relativo alla messa in sicurezza delle arie densamente abitate in prossimità di territori forestali poiché, le zone di confine dette d’interfaccia (WUI), sono zone marginali e abbandonate, quindi potenzialmente soggette ad incendi. La legge nazionale attribuisce alle Regioni la responsabilità della redazione dei piani in materia di incendi boschivi ma, in merito alle aree di interfaccia, non vi sono dettagli per la gestione emergenziale. Nel 2007afferma L’Abbate (M5S) –  è stato predisposto il Manuale operativo per la predisposizione di un Piano comunale o intercomunale di protezione civile dove si parla anche degli interventi nelle WUI. La domanda è: tutti i Comuni lo hanno? La pianificazione forestale può essere realizzata a livello territoriale, di comprensorio e di azienda poiché esistono i piani antincendio (AIB). Per i Parchi Nazionali, il ministero dell’Ambiente ha definito delle linee guida. Relativamente alla singola proprietà forestale, invece, occorre fare una riflessione diversa perché, essendo quest’ultima il 66% della superficie totale e di piccola dimensione, gli interventi devono vedere un’aggregazione tra i soggetti che deve essere ‘oliata’ dalla politica in modo da essere standardizzata e organizzata. Una soluzione è identificabile nei piani di assestamento forestale ma, ad oggi, sono ancora poco diffusi. Mi auguroconclude Giuseppe L’Abbate (M5S)che cominciamo tutti a fare pressing affinché i nostri amministratori in primis rispondano ai propri elettori”.

 





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