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Comunicazioni DIREZIONE ITALIA
domenica 15 ottobre 2017

da Uff. Stampa Dit






DISTASO (DIT): IL CARCERE DI BARI HA QUASI 100 ANNI, LA STRUTTURA NON PUO’ GARANTIRE NE’ SICUREZZA NE’ SPAZI IDONEI PER I DETENUTI


Questa mattina il deputato di Direzione Italia, Antonio Distaso, ha insieme a una delegazione di Radicali visitato la Casa penitenziaria del capoluogo.

Ecco la sua dichiarazione all’uscita



Questa mattina durante la visita nel carcere di Bari, insieme a una delegazione dei Radicali, un detenuto, padre di un bambino di un anno e mezzo, mi ha chiesto un luogo adatto e consono per incontrare suo figlio in carcere. Ma posti del genere ce ne sono davvero pochi. Anzi per nulla. Perché l’edificio che ospita la struttura è del 1920, all’epoca era in periferia e oggi è nel cuore di uno dei quartieri più popolosi della città.

Un carcere che sta per compiere 100 anni ha in sé tutte le carenze urbanistiche che presentano edifici del secolo scorso, figuriamoci di un penitenziario che dovrebbe garantire spazi di socialità e convivenza a favore dei detenuti, ma anche misure di sicurezza per gli addetti ai lavori. Certo la direzione sta facendo sforzi notevoli, anche dal punto di vista dei confort delle celle dotandole di docce in modo che i detenuti non debbano farla in spazi comuni. Grandi sforzi vengono compiuti anche dal personale medico della struttura talmente competente che a Bari arrivano detenuti ammalati da altre strutture.

Ai problemi logistici si aggiungono quelli sociali, inerenti al reinserimento di una struttura dove nonostante la divisione in settori è poi davvero difficile rieducare a una vita “nuova†senza un’interazione con l’esterno che coinvolga anche altre istituzioni, tenuto conto che molto spesso si parla di detenuti extracomunitari che una volta rilasciati finiscono per strada con il rischio di essere nuovamente inghiottiti dalla malavita.

Bari, 14 ottobre 2017


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Sud - Altieri: Emiliano certifica il fallimento suo e di Renzi sul mezzogiorno


È lunare che Emiliano da Presidente di Regione in carica e autorevole esponente del Partito Democratico che guida l'Italia da cinque anni, dica oggi che per il rilancio del Sud occorra condividere trasversalmente con gli altri partiti un'agenda politica. Tale approccio è solo il tentativo maldestro di nascondere il fallimento di un governo regionale e nazionale che nulla sono riusciti a fare per lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse e delle imprese del mezzogiorno. Cosa hanno fatto per cinque anni Renzi e Gentiloni? Emiliano che risultati porta dopo due anni e mezzo di governo regionale e dieci altri in cui il PD è stato socio di maggioranza della giunta Vendola? Niente. La verità è solo questa! Il centrodestra deve opporre al fallimento certificato quest'oggi da Emiliano, una visione diversa, un modello di sviluppo e di gestione che avvicini gli standard del mezzogiorno d'Italia a quelli del Nord, un piano per avere l'alta velocità - in tempi brevi e certi - tra Bari e Napoli come c'è tra Bologna e Milano, senza prestarsi a favole di futuri impegni trasversali, utili solo a coprire le inefficienze attuali della sinistra. Governare significa assumersi le responsabilità e non scaricarle. Il centrodestra sia pronto ad assumersi la responsabilità di governo del Paese e della Puglia e a dimostrare a Renzi ed Emiliano che il Sud non è una "malattia" ma un territorio ricco di risorse che merita solo l'attenzione e il lavoro di una classe dirigente pronta ad operare delle scelte rivoluzionarie e a favorire la produttività delle imprese e l'occupazione dei cittadini del sud.
Lo dichiara Nuccio Altieri deputato barese di Direzione Italia commentando l'intervento di Michele Emiliano alla manifestazione di Fratelli d'Italia "Visto da Sud".


Nuccio Altieri
3205698465


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DIREZIONE ITALIA SI RIORGANIZZA: 13 PUGLIESI NEL CONSIGLIO NAZIONALE E DOMANI DEBUTTO DEI DIRETTIVI PROVINCIALI DI BRINDISI, LECCE E TARANTO



Domani tre conferenze stampa con il coordinatore regionale Francesco Ventola


Continua la riorganizzazione di #Direzioneitalia nella nostra regione.

Tredici pugliesi – Dario Iaia, Gianni Stefano, Antonio Lio, Domenico Verile, Ciro Persiano, Alberto Magli, Pietro Guadalupi, Angela Catucci, Nicola Laterza, Pasquale Pomodoro, Vito Valentini, Vito Di Feo e Pieropaolo Matera- entreranno nel Consiglio nazionale del partito per contribuire direttamente al progetto politico del leader Raffaele Fitto, mentre sul territorio i nuovi coordinatori provinciali hanno completato le squadre che li affiancheranno in questo particolare momento politico in vista di importanti appuntamento elettorali.

Domani, 14 ottobre, il coordinatore regionale, Francesco Ventola, sarà a Brindisi, Lecce e Taranto per partecipare alle conferenze stampa di presentazione dei componenti dei direttivi provinciali.

Gli appuntamenti per la stampa sono:

- BRINDISI: ore 9.30 – hotel Palazzo Virgilio (corso Umberto I, 149), insieme al coordinatore provinciale, senatore Vittorio Zizza;

- LECCE: ore11.30 – sede partito (via Oberdan), insieme al coordinatore provinciale Antonio Gabellone;

- TARANTO: ore 16.30 – sede partito (via D’Aquino, 75), insieme al coordinatore provinciale, onorevole Gianfranco Chiarelli


Durante i tre incontri saranno affrontate le emergenze pugliesi irrisolte alle quali il presidente Emiliano non solo non ha proposto soluzioni, ma ha utilizzato per carrierismo politico

Bari, 13 ottobre 2017


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ZULLO (DIT): MELENDUGNO E CASARANO NON SON PARI PER EMILIANO!


Il presidente del gruppo di Direzione Italia, Ignazio Zullo; Esiste l’Emiliano della Tap e l’Emiliano del Piano di Riordino

Esiste un Emiliano della Tap ed un Emiliano del Piano di Riordino: due versioni totalmente contrapposte di un presidente di Regione che usa la Partecipazione, i ricorsi e le sentenze come se fossero delle molle che si possono tirare o meno.

Per la Tap sono due anni che fra ricorsi e contro ricorsi, fino all’ultima decisione della Consulta, prende tempo pur sapendo, da magistrato, che avrebbe avuto torto in ogni sede giudiziaria. Ma in nome di una fantomatica “partecipazione†ha aizzato piazze e folle contro la realizzazione del gasdotto perché il Governo non ha ascoltato e rispettato i territori, il Comune di Melendugno, in modo particolare.

Ma basta spostarsi di una 40 di chilometri e la difesa della Partecipazione cambia e così i cittadini di Casarano che oggi hanno protestato contro il declassamento del proprio ospedale previsto nel suo Piano di Riordino hanno vanno meno ascoltati di quelli di Melendugno.

Sempre cittadini salentini sono, ma per Emiliano se il Governo “renziano†vuole la Tap e allora tutti in piazza a partecipare e ricorsi a go go, se è la sua Regione a chiudere un ospedale i cittadini devono restare in silenzio senza neppure aspettare il 20 febbraio quando il Tar si esprimerà nel merito del ricorso presentato dal sindaco di Casarano contro il declassamento.

Davvero siamo arrivati a uno sdoppiamento di personalità per cui ogni giorno Emiliano fa tutto e il contrario di tutto


Bari, 13 ottobre 2017
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Info
Mariateresa D’Arenzo
tel 338/2447026





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