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Comunicazioni M5S
mercoledĂŹ 6 dicembre 2017

da Uff. Stampa G. L'Abbate, deputato pugliese M5S



*****

da Valerio L'Abbate
Ufficio Stampa Deputato Giuseppe L’Abbate
Ordine dei Giornalisti della Puglia
Tessera n. 105289
valerio.labbate@camera.it
www.giuseppelabbate.it

342.8632827


CAOS TARI: IL GOVERNO PRODUCE FAKE NEWS E ALIMENTA CAOS SULLA TASSA RIFIUTI

 

Ancora nessuna chiarezza sulle seconde case sfitte nel medesimo Comune con il Governo che utilizza sentenze della Cassazione che non c’entrano nulla con ciò che i 5 Stelle richiedono. Mentre si attende il decreto che permetterebbe uno sconto del 20% della tassa rifiuti per i cittadini

 

“Le vere fake news continuano ad arrivare dal Governo che alimenta ancora il caos. Quando, nell’interpellanza di pochi giorni fa, chiedemmo lumi sul pagamento della quota variabile della Tari relativo a una seconda casa sfitta nello stesso comune di residenza, l’Esecutivo ci rispose con il riferimento a una sentenza della Cassazione, la 8383 del 2013, che è risultato del tutto errato. Quel pronunciamento, infatti, è relativo alla vicenda di un contribuente che in realtà aveva due immobili in due città diverse. Insomma, le magre figuracce del Governo Gentiloni sul caos Tari continuano”. A dichiararlo è il deputato Giuseppe L’Abbate che con il collega Alberto Zolezzi è tornato ad interrogare il Ministero dell’Ambiente sulla tassa rifiuti durante il question time tenutosi oggi, mercoledì 6 dicembre, a Montecitorio.

 

“Si tratta di condizioni non assimilabili. Infatti, un conto è il comportamento di un comune che conosce anche la mia situazione residenziale e familiare. Un altro è la condotta del Sindaco che impone la Tari sulla seconda casa senza avere contezza del mio nucleo e dunque parte da un calcolo presuntivo degli occupanti in base ai metri quadri – spiega L’Abbate (M5S) – Oggi il Governo, ancora una volta, non ci ha detto nulla di concreto su un pasticcio che invece ha bisogno di chiarezza, magari anche con un intervento normativo. L’unico aspetto di merito confermato – prosegue il deputato pugliese 5 Stelle –  è che Tari e Tares funzionano sulle stesse regole, ecco perché presenteremo un’interrogazione in commissione per far pressione sull’estensione dei rimborsi anche al 2013”.

 

Un altro salasso per i cittadini deriva poi dall’atavico inadempimento del ministero dell’Ambiente per cui accade che sia in vigore un’errata applicazione del regime di assimilazione di rifiuti industriali ai rifiuti urbani e relativa spalmatura delle detrazioni Tari riconosciute ai soggetti economici sulle utenze civili. “Una vetreria e un appartamento con gli stessi metri quadri pagano la stessa tariffa dei rifiuti. Ma si può ben capire che la produzione e il relativo costo del servizio siano molto differenti – dichiara il deputato Alberto Zolezzi (M5S), membro della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti – Il Governo dovrebbe varare un apposito Decreto assimilazione: anche il Tar Lazio si è espresso in tal senso, ma sono trascorsi i 120 giorni del termine imposto e il ministero dell’Ambiente tace ancora. I contribuenti potrebbero risparmiare ben il 20% della tassa!”.

 

 



*****

UNA LEGGE A DIFESA DEL PANE DI QUALITÀ

 

A Montecitorio giunge a conclusione la discussione della legge “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane” su cui si esprime favorevolmente il deputato pugliese L’Abbate (M5S): “si tutelano i consumatori e i produttori distinguendo tra pane fresco e conservato”

 

La Camera si accinge ad approvare la proposta di legge “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane”, con obiettivi di particolare rilievo per la trasparenza del mercato e la tutela dei consumatori. Dopo la legge n. 248 del 4 agosto 2006 che introduceva per la prima volta la distinzione tra “pane fresco” e “pane conservato”, il decreto attuativo che doveva essere adottato dal Governo entro 12 mesi dall’entrata in vigore della normativa non vide mai la luce. Una situazione che con questa legge, oggi, il Parlamento cerca di risolvere definitivamente: infatti, ad oggi al consumatore è negata la possibilità di riconoscere se il pane che acquista è fresco o conservato mentre ai panificatori non viene data l’evidenza oggettiva del valore aggiunto fornito dalla lavorazione artigianale.

 

“Il pane ‘conservato’ è oramai onnipresente nel circuito distributivo e rappresenta la modalità di vendita nettamente prevalente nel circuito della ristorazione commerciale, dagli autogrill ai bar delle stazioni e degli aeroporti – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – È quindi assolutamente necessario aggiornare la normativa attuale sulla produzione e vendita del pane per diverse ragioni: necessità di provvedere alla denominazione di pane fresco; assenza di una definizione codificata dalla legislazione italiana per le differenti tipologia di lievito naturale (pasta madre / pasta acida / lievito madre); migliore classificazione delle tipologie di lievito da impiegare; tutela e valorizzazione del pane fresco e del pane di pasta madre. Tutte queste diverse tipologie di pane – prosegue il deputato 5 Stelle – verrebbero finalmente valorizzate e si offrirebbe al consumatore un’informazione corretta, completa e trasparente in cui si renda conto davvero di cosa mette sotto i denti”.

 

Diverse le proposte dei 5 Stelle accolte durante la discussione in Commissione Agricoltura a Montecitorio: dalla definizione delle differenti tipologie di lievito commerciale e di lievito naturale, tenendo in considerazione che nell’accezione generale “pasta madre”, “pasta acida”, “lievito naturale” e “lievito madre” sono impiegate come sinonimi alla definizione di una classificazione merceologica delle varie tipologie di pane e lievito che non si presti a ingenerare confusione, disorientamento e frodi o sofisticazioni e, soprattutto, che sia in grado di salvaguardare la qualità del prodotto e la consapevolezza del consumatore.

 

“Il pane è un cibo antichissimo ed è uno degli alimenti più diffusi e consumati in Italia. Si dice ‘buono come il pane’ perché non esiste pane che non sia buono, che non sia nutrimento per chi lo mangia. In Italia – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – esistono circa 250 tipi di pane che per ogni Regione descrivono le tante diversità che hanno fatto grande il nostro Paese in campo culinario. Per tutte queste ragioni, abbiamo l’obbligo di difendere il pane, quello vero, con una legge per cui ben venga l’approvazione di questa legge”.

 





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