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ACQUA: LA GIUNTA VENDOLA SPACCIA LE UTENZE DEBOLI PER REMUNERAZIONE DEL CAPITALE
martedì 7 gennaio 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate




 

Duro affondo dei parlamentari pugliesi del M5S sui provvedimenti della Regione Puglia sull’acqua pubblica

 

La chiarezza in tema di acqua pubblica sembra proprio non giungere mai. Almeno in Puglia. Per “Sinistra Ecologia e Libertà”, infatti, “con la tariffa sociale, l’Amministrazione Vendola ha dato seguito a quanto stabilito dal referendum sull’acqua del 2011, in conseguenza del quale (così come poi stabilito dal Consiglio di Stato) ai cittadini va restituito il 7% a remunerazione del capitale investito, inserito in tariffa e abolito proprio dalla consultazione”. Dichiarazione che trova la contrarietà dei parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle.

 

Per onestà intellettuale e in rispetto dei 28 milioni di cittadini che a giungo 2011 si sono recati alle urnedichiarano deputati e senatori M5S della Pugliadobbiamo ribadire che l’affermazione del partito di Vendola è semplicemente falsa. Il secondo quesito referendario, infatti, ha sancito l’abrogazione della “remunerazione del capitale” (il profitto) dalla tariffa del servizio idrico: un’abrogazione che in Puglia non c’è mai stata per volontà politica. Ricordiamo, invece, che è stata la stessa Corte Costituzionale continuano i parlamentari 5 Stellea ribadire che l’esito referendario era immediatamente attuabile già da luglio 2011. Ad  oltre 2 anni dal Referendum non solo la Regione guidata da Vendola non si è mai adeguata alla volontà popolare, decisione che ha pesato totalmente sulle tasche dei cittadini pugliesi, ma adesso SEL spaccia la regolamentazione per le “utenze deboli” come un adeguamento all’esito referendario, mentendo spudoratamente alla popolazione”.

 

Il provvedimento di rimborso per le cosiddette “utenze deboli” è un atto che in Puglia è stato annunciato almeno dal 2010, ovvero sin da quando l’ente di controllo si chiamava ATO e aveva già stabilito una regolamentazione per far pesare di meno le tariffe alle famiglie in difficoltà.

 

Dopo più di 3 anni, siamo all’ennesimo annuncio della Regione ed i cittadini non possono ancora usufruire dei rimborsi, perché non è stato preparato il bando dall’ente di controllo, l’Autorità idrica Pugliese d’intesa con l’Acquedotto Pugliese S.p.A., nel quale dettagliare i criteri d’accesso alle agevolazioni continuano i deputati e senatori del M5SSperiamo che questa volta si riesca a far partire questo meccanismo di rimborso che condividiamo ma che sottolineiamo essere orientato unicamente a chi si è visto già riconoscere il bonus elettrico per il biennio 2012-2013. Insomma, non tutti i pugliesi in difficoltà potranno usufruirne e non risolverà, dunque, i problemi dei tantissimi condomini morosi delle case popolari della Puglia. Invitiamo, infine, il Presidente Vendola a non confondere le agevolazioni per le cosiddette “utenze deboli” che sono un gesto caritatevole, con il riconoscimento ad ogni pugliese del diritto all’acqua potabileaffermano i parlamentari 5 Stelle e cioè del ‘minimo vitale giornaliero di 50 litri al giorno garantito’. Un diritto che la Giunta Vendola è lontana dall’aver ancora garantito alla popolazione pugliese”.

 

Al Senato, intanto, il M5S ha presentato un disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese a prima firma Lello Ciampolillo e cofirmato da tutti i colleghi 5 Stelle che, però, non ha trovato la sottoscrizione di SEL, il partito di Vendola, “nonostante fosse stata richiesta, mostrando ancora una volta la sua incoerenza rispetto agli esiti referendari ed alle vacue parole in difesa dell’acqua come bene comune”, concludono deputati e senatori pugliesi 5 Stelle.

 




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