Egregio direttore,
mi permetto di considerare la pubblicazione della lettera del dott. Patrizio Mazza nell'edizione del Lunedì, solitamente dedicata alle cronache sportive, relegandola quindi alla pagina 20 del quotidiano, una clamorosa 'svista' della testata che Lei dirige.
Tali contributi 'non di parte' infatti, costituiscono forse uno dei già pochi mezzi capaci di scuotere la coscienza dei tarantini sulle conseguenze per la loro salute in relazione alla drammatica situazione ambientale della nostra città.
Ritengo che ogni cittadino dei Tamburi che presenti una domanda di assunzione all'ILVA, rappresenti una sconfitta per il quartiere e per l'intera città.
Ho deciso pertanto di scriverLe, affinchè la lettera intitolata 'inquinamento, i nostri figli e tutti noi', possa essere ripubblicata con il giusto risalto che merita, alla luce anche del fatto che ex-ambientalisti 'di parte', occupano di consueto spazi ben più visibili alla pagina 6 del quotidiano, apostrofando come 'cantastorie' chi della salvaguardia dell'ambiente ha fatto la sua ragione di vita.
Dopo la pubblicazione dell'articolo su L'Espresso, aspettavo impaziente che, mi consenta ... la 'solita' gallina facesse l'uovo.
Concludo citando una battuta di Roberto Benigni da un suo famoso film:
'A Palermo c'è un grande problema: il traffico!'

La saluto cordialmente

Alla cortese attenzione della redazione
'Delfini Erranti'

'Sciuvedija Sande' è stato il mio primo componimento, iniziai questa avventura raccontando in versi un episodio realmente accaduto la mattina del 'Giovedì Santo' di fine anni '50.
Quella mattina mio fratello con alcuni coetanei giocava in Vico Calò, nelle vicinanze della porta carraia della caserma'Rossarol', in quel periodo sede dell'Esercito Italiano.
Da quel grande portone passavano 'le traìne' che trasportavano l'approvvigionamento per la caserma e mentre giocava, sfortunatamente la ruota di ''nu traìne' gli passò su una gamba; mio fratello, dolorante, si alzò e claudicante 'cu tande de lacreme' si avviò verso casa, raccontando l'accaduto a mia madre, che ripresasi dallo spavento ringraziò subito la 'Madonna' per come era andata la vicenda.
E così a mezzanotte, con i miei genitori e mio fratello ci avviammo per la chiesa di San Domenico a ringraziare la 'Madonna Addolorata'.
Per descrivere l'episodio mi immedesimai in mio fratello raccontando quell'incidente in versi.
Auguro a voi tutti una felice 'Settimana Santa', la più bella e sentita settimana dell'anno per noi tarantini.
Vi saluto cordialmente
Tonino Lenti