Guest Book Sport

Ciao Mauro, ho letto, ti rispondo.
1) No, non è possibile.
2) Il deficit è culturale. In chi entra "a sgamo" (e spesso di prepotenza) e in chi non solo non condanna ma quando può imita. Però gli uni e gli altri poi, incredibilmente, ti fanno una pippa lunga un chilometro sulla "tarantinità" assumendo posizioni oltranziste e a volte veramente fastidiose nei confronti di chi il biglietto e i viaggi li paga puntualmente e magari non guadagna miliardi ma non si sognerebbe mai di fare trasferte ed entrare in uno stadio aggratìs.
Proprio per essere SEMPRE orgogliosi di essere tarantini.
La sottile ma determinante differenza tra un vissuto, un atteggiamento corretto e maturo ed altri violenti, truffaldini e menefreghisti sta proprio nel vivere ed accettare le regole non come imposizione, ma come garanzia di civiltà.
Dov'è l'errore mi chiedi. In chi pensa che basti una manganellata o una diffida per far entrare qualcosa di utile nel cervello di certe teste gloriose, certo, ma errore ancora più grande è quello di pensare che non si possa far nulla, che non si debba far nulla, che sia inutile, chè tanto è così che deve andare. Ed uguale pesante responsabilità ha chi non ha ancora individuato (ammesso che non gli faccia gioco far finta di non saperlo) il "brodo primordiale" che alimenta questa becera esibizione fatta di odio da covare in eterno (per una partita di calcio, Mauro), proteste fini a se stesse, scontri, vandalismi, etc etc. Così deve andare? Questa è la teoria dei vinti. E a me pare proprio che nelle parole di Blasi ci sia la resa soprattutto dinanzi a quel brodo maleodorante di demenzialità. "Chiedo scusa ai tifosi veri"
Sta qui la vera sconfitta, Mauro.
Cominciamo ad andare alla radice, a livello mediatico, stampa e internet, a non accettare bonariamente, o addirittura mitizzare queste situazioni deprimenti, offensive non solo della civiltà ma della comune intelligenza.
Pe furtune come n'ha sciùte cu 'a squalifiche, però leggo che anche domenica scorsa, insieme al resto, un pò di cessi rotti ... E vai! Non è il caso che si comincino a dire e si condannino con forza e finiscano una volta per tutte queste cose?
Ti saluto.

Maledetta distanza. Sono assolutamente certo che una chiacchierata non virtuale risolverebbe tutto in cinque minuti. Allora, carissimi: io non sto dicendo, lo ripeto, che non credo a quanto voi state raccontando relativamente alla dinamica di domenica. Mi ci sono trovato spesso anch’io in situazioni in cui le FdO si rendono assolutamente insopportabili per gli abusi di potere che a volte commettono. Non sto dicendo nemmeno che non si debba fare, e a questo punto diventa un passaggio necessario, di tutto perché il discorso degli abusi di cui sopra entri benebene nel cervello di chi di competenza. Penso infatti che ogni persona di buon senso debba dire e far rilevare con decisione, con tutta l’opera di convinzione possibile, che in questi parapiglia e con questi sempre più ricorrenti lacrimogeni sparati scriteriatamente addosso alla gente, spesso ci vanno di mezzo anche donne, anche ragazzini inermi. Non è accettabile. Ne sappiamo qualcosa anche noi, e mi fermo qui. Per una partita di pallone da vivere possibilmente in allegria, in un calcio la cui salvezza è anche se non soprattutto nel ritorno delle famiglie al campo, QUESTO E’ TERRIBILMENTE INGIUSTO E NON DEVE ACCADERE IN UN PAESE CIVILE! Ma il mio come quello di Luigi voleva e vuole essere soltanto un incitamento nei confronti di Blasi a non mollare. Un gesto di solidarietà nei confronti di un uomo che forse non sarà perfetto (chi lo è?) ma che per il Taranto si stava impegnando, e con grande passione, giungendo ai limiti di rimetterci in salute, (quasi un miracolo per noi che venivamo da una storia nerissima), conti in ordine, squadra e nostre soddisfazioni in crescita, giovanili sempre più organizzate. E proprio il sogno del ritorno di padri e figli, tranquillamente, allo stadio come una volta. Che era ed è anche il nostro sogno, o no? Comunicargli sostegno e il nostro sincero dispiacere.
O non dispiace anche a voi che si arrivi a colpirgli anche gli affetti familiari (e questo non è colpa della polizia)? O non dispiace anche a voi che si arrivi a colpire un giocatore (tra l’altro la squadra stava anche giocando bene fino al momento degli incidenti) che cerca di sedare gli animi per riprendere la partita, (e questo non è colpa della polizia), o non dispiace anche a voi che ci sia gente che entra e pretende di entrare, e se ne fa un vanto, senza biglietto (e diciamocela la verità, sù, qui non è questione di una domenica! Non è certamente colpa della polizia se non si riesce ad eliminare il cancro dei dritti e dei furbi che con una tecnica ormai collaudata fanno assembramenti quasi ogni santa domenica, in casa e fuori casa, da anni, dinanzi ai cancelli, per costringere addetti e fdo a farli entrare), o non dispiace anche a voi che tanta, tanta gente non faccia più trasferte (o pensavate che fosse veramente disamore per il Taranto?) stante il pericolo, con tante, troppe, prove ed “ampiamente annunciato” nei giorni che precedono una partita tra tifoserie che si devono per forza “odiare” (anche qui, diciamocela la verità vera, certi messaggi e certe minacce chi li pensa, chi li vive, chi li scrive, la polizia? Semmai li legge), di una testa rotta o peggio? O non dispiace anche a voi che si sia ora arrivati a pretendere (e lo si ottenga) il cambio di una divisa per giocatori ed arbitro? O non dispiacciono anche a voi i resoconti delle gloriose gesta in magazzini, autogrill, pullman, etc , di quelli che poi diranno che … difendono l’onore della città? E via discorrendo. Rimettiamo ordine ai nostri pensieri, anche in momenti concitati come questi. Ve lo dico fraternamente. Tifo Taranto da cinquant’anni, e ieri come oggi, salvo appunto rarissime eccezioni, LA CAUSA di tanti guai, vi voglio bene, ma NON E’ la presenza ed il comportamento degli addetti alla pubblica sicurezza. Se insistiamo su questo tasto devo cominciare a convincermi anch’io che non ci siano più speranze.
Comunque lo ripeto, il comunicato di solidarietà e di incoraggiamento aveva solo lo scopo di comunicare vicinanza ad un uomo amareggiato che ritiene di essere stato sconfitto rispetto a quanto sognava. Sconfitta che vorremmo evitare che diventi definitiva, non solo per lui, per tutti noi. Ma bisogna darsi da fare. Mettiamoci a proporre soluzioni concrete. Le parole, in certi frangenti, non bastano più.
Un abbraccio.